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DIDONE, che m’aggia firat e’ fa!

DIDONE, che m’aggia firat e’ fa!

DIDONE, che m’aggia firat e’ fa!

Regia Francesca Tricarico   

Musiche Gerardo Casiello

Aiuto Regia Chiara Borsella, Annalisa D., Giulia Tamburrini                                                                            

Con le attrici detenute della sezione AS Annalisa D., Teresa G.

Disegno Luci Roberto Pozzebon (RSS Service)                                                                                  

Foto di Scena Domenico Tricarico

Video Kami Fares                                                                                                                               

Ufficio Stampa Daniela Bendoni, Erika Cofone                                                                               

Produzione Ass. Per Ananke 

Che m’aggia firat e’ fa….Alle volte mi sento un recipiente vuoto che gli altri si affrettano a riempire e pigiano e pigiano come se le memorie degli altri costruissero la mia.  Qui dove è necessario mangiare i mesi, i giorni, le ore inseguendo la memoria.  Perché dimenticare qui è smettere di essere, di esistere”

 

“Didone, Che m’aggia firat e’ fa!”, è una libera interpretazione del IV canto dell’ Eneide, scritta dalla compagnia “Le Donne del Muro Alto” , detenute attrici a Rebibbia Femminile, un pretesto per poter raccontare il carcere e l’universalità e contemporaneità della tragedia virgiliana.

“Scelta, maternità negata, potere e sue conseguenze i temi che attraverso Virgilio siamo andate ad indagare in questo nuovo lavoro. Un lavoro che ci ha confermato, ancora una volta, quanto il carcere come i grandi autori siano un importante lente di ingrandimento sulla società e sull’individuo” Francesca Tricarico

Il laboratorio teatrale che ha portato alla realizzazione di questo spettacolo ha contribuito a favorire la diffusione della cultura teatrale all’interno dell’istituto, sia per le detenute che hanno partecipato attivamente alla preparazione dello spettacolo che per le detenute spettatrici. Confermando, ancora una volta, l’importante funzione terapeutica e pedagogica che l’attività teatrale svolge intervenendo sugli aspetti relazionali e sulla cura di sé, e sulla funzione dello spettacolo teatrale come possibile strumento di sensibilizzazione e creazione di un ponte tra la realtà carceraria e quella esterna. Il teatro si pone come potenziale agente di cambiamento e miglioramento, sostenendo le dinamiche collettive, la cooperazione, lo scambio e il libero flusso di emozioni.

Ad oggi l’associazione Per Ananke ha infatti attive ha due compagnie teatrali nella Casa Circodariale Femminile di Rebibbia, la pioniera compagnia della sezione alta sicurezza “Le Donne del Muro Alto” e la nuova nata compagnia della sezione media sicurezza “Più Voce”, seguite entrambe dalla regista Francesca Tricarico.

 

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