“Queste mura se le guardi, se le ascolti, puoi sentirle parlare… Io non sapevo cosa significasse la parola teatro. Qui, in carcere, dove mi trovo da sette anni, finalmente ho compreso.
Era quasi primavera quando abbiamo iniziato questa avventura e con essa senza rendermene conto stava fiorendo un qualcosa che tutte credevamo ormai appassito dentro di noi.
Finalmente ho potuto toccare con mani, piedi e cuore il teatro. Ora però il sipario si è chiuso e attendo speranzosa che prima o poi riusciremo a riaprirlo…”.
Le parole di una delle detenute attrici della Casa di Reclusione Rebibbia Femminile, al termine dello spettacolo “Didone, Una storia sospesa”, regia di Francesca Tricarico.